Se, quando e come farlo

In questi giorni tanti di noi come educatori e genitori si stanno interrogando se sia necessario affrontare il discorso della guerra, e se sì come, con i bambini o con i propri figli.

Io ritengo, innanzi tutto, che sia meglio evitare, soprattutto per i bambini fino agli 11 anni, di farli assistere alle immagini che ogni giorno i telegiornali e le trasmissioni di attualità portano nelle nostre case.

E’ importante, secondariamente, fare una distinzione in base all’età dei bambini: per quanto riguarda i bimbi fino ai 6 anni, sarebbe auspicabile non parlare loro di guerra, creerebbe in loro uno stato di angoscia, di paura.

A quest’età non hanno ancora le competenze cognitive né tanto meno quelle emotive per reggere tali argomenti.

Dai 6 agli 11 anni possiamo parlare con i nostri bambini di pace invece che di guerra, sempre facendo molta attenzione a rassicurarli sul fatto che quest’ultima è altrove, lontana e che ogni loro elemento di sicurezza (casa, famiglia, scuola) continua ad essere saldo e funzionante.

Si possono attivare magari attraverso disegni, bandiere della pace, organizzare con altri genitori o associazioni qualche fiaccolata o girotondo della pace a cui possono partecipare anche loro, coinvolgerli in qualche raccolta per i bimbi dell’Ucraina.

Nella scuola media si può affrontare il discorso della guerra, ma anche qui partendo dalla dimensione della pace, raccontando per esempio la biografia di Gandhi e la cultura della non violenza, insegnare loro cosa dice l’articolo 11 della nostra Costituzione:

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizione di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”

e comunicargli quanto sia necessario impegnarsi a spegnere e disinnescare le guerre, evitare l’escalation di violenza, puntare sulla diplomazia.

Ricordiamoci infine che come genitori siamo noi gli adulti di riferimento e dobbiamo continuare ad essere base e porto sicuro per i nostri figli; anche in questo caso, come per la pandemia da covid, il genitore ha il compito di non frammentarsi, ma di rimanere solido.

Lara Sciaccaluga